mercoledì 19 maggio 2010

17° giorno: il ritorno. Con la fondazione Maeght!











Cronaca e foto a domani perché sono troppo stanco e domani si lavora.

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Ieri ultima tappa del nostro viaggio che ci ha fatto macinare la bellezza di 3.462 chilometri per andare e tornare da Barcellona e visitare innumerevoli città, paesi e luoghi spersi in mezzo alla natura.
Come avevo accennato, prima di tornare al solito tran tran quotidiano siamo tornati sui nostri passi a Sant Paul de Vence per visitare la Fondazione Maeght che quando eravamo passati di qui all'inizio di maggio era chiusa. Non c'è che dire, abbiamo fatto davvero bene a tornare qui, anche se moltissime opere si trovano a Ferrara per una mostra che avevamo oltretutto già visitato prima di partire.
La fondazione è davvero un sogno colmo di opere di Mirò, Clader e Chagall e contiene un'opera i quest'ultimo grande quanto tutta una parete che permette di entrarci dentro al meglio. La struttura è davvero molto bella, costruita dallo stesso architetto della Fondazione Mirò e che qui ha compiuto gli stessi stupidissimi errori nella progettazione delle finestre che avrebbero dovuto illuminare al meglio le opere d'arte. Il giardino della fondazione disseminato di opere a volte semi nascoste tra gli altissimi tronchi dei pini marittimi creano un'atmosfera unica al mondo nella quale ci può immergere cercando di 'vedere' ciò che in questa fondazione è accaduto nel passato. Un pezzo di storia dell'arte contemporanea.
Ultima passeggiata con pranzo a paninazzo e patatine nel centro storico con foto nello stesso specchio di due settimane fa', ma questa volta con un bellissimo sole, e poi la poco ambita partenza alla volta casa.
Al prossimo viaggio.

lunedì 17 maggio 2010

16° giorno: in viaggio con tappa a Girona







Oggi tappa viaggiante per lo scrivente e la sua compagna di viaggio. Partenza 'catalana' a mezzodì dopo sana colazione continentale in un forno con bar annesso e partenza alla volta di Tourrettes sur Loup per l'ultima tappa di questo viaggio.
Ascoltando i consigli di molti catalani lungo la strada ci siamo fermati a pranzare a Girona, città che qui chiamano la Firenze di catalogna perché è stata costruita lungo un fiume e le case tutte colorate le si abbarbicano sopra. La città antica è effettivamente molto bella, un insieme di tante chiese tra cui l'enorme cattedrale e l'antica caserma mezza distrutta ma del quale rimane un lunghissimo camminamento di ronda trasformata in un rigogliosissimo giardino fiorito. Girona che ci ha affascinato pur avendoci passato poco più di un'ora è una città sicuramente da visitare al meglio.
Da ricordare: Maggy che viene sfrattata dai piccioni mentre mangia sulla panchina e Maggy che mangia lo yogurt con la forchetta e mi chiede se ne voglio un po' solo alla fine, quando con la forchetta non si tira più su nulla.
Per il resto sotto di noi sono passati circa 700 chilometri di strada nella speranza che domani la Fondazione Maeght sia aperta....

15° giorno: sempre più Gaudì... e il Barcellona che vince il campionato di calcio














Giornata delirante oggi, l'ultima in questa splendida e assolata città. Dai tetti della Casa Battlò e la Pedreira al Barça che vince il campionato spagnolo con relativo intasamento della metro.
Sotto il sole, ma un'aria che pelava, ci siamo diretti verso la Pedreira, meglio conosciuta come Casa Milà. Questa casa commissionatagli appunto dal signor Milà non fu mai terminata, sembra infatti che Gaudì ebbe da ridere con la moglie di Milà (colei che deteneva il patrimonio e che finanziava tutte le voglie del marito) perché lui avrebbe voluto piazzare una madonna in cima alla sua casa, cosa che alla mogli del Milà non andò giù. Così le magnifiche sculture che si trovano sul tetto e che hanno ispirato ormai generazioni di architetti e disegnatori sono quasi tutte prive dei tipici ornamenti gaudiani, cocci e vetri colorati. Le forme delle case sono davvero avveneristiche e favoleggianti, meglio lasciar parlare le immagini.
Stesso discorso per la casa Battlò che io in passato non avevo visto al suo interno. Di proprietà del signor "Chupa Chups" che la ha praticamente aperta al pubblico per la maggior parte io e Maggy abbiamo potuto fare un'esperienza magnifica. Le linee di questa casa, ogni piccolo angolo è pensato attentamente ed a lungo, così come il suo mobilio. Cornici delle porte, porte stesse, niente è sostituibile in questa struttura che è davvero unica al mondo e che fa davvero capire che tipo fosse Gaudì. Un'atmosfera misteriosa e intrigante ci ha accompagnati lungo tutta la visita che ci ha portati sul tetto dal primo piano 'nobile', scala che si inerpica attorno ad un grande pozzo di luce centrale ricoperto da mattonelle azzurre. Al suo interno sembra una sorta di enorme nautilus che solca il mare, effettivamente qui molto è legato al mare, le forme geometriche in primis.
Oggi per mangiare abbiamo speso un terzo di quello che abbiamo speso per visitare le due case di Gaudì, fate vobis!
Comunque. Pausa in baretto per scolarci una sangria, poi un giro per vedere che Barcellona ha davvero il mare, cosa che alle volte potrebbe anche non sembrare. Giro verso Santa Maria del Mare per farle un saluto e poi verso la Rambla per vedere un po' di fauna umana al termine della partita che ha consacrato la squadra del luogo campione di Spagna sulla diretta rivale non solo calcisticamente parlando, ma anche storico-politicamente: il Real Madrid.
Una Plaza Catalunya in delirio salutava la sua squadra mentre noi ci siamo diretti verso la Sagrada Familia per vederla illuminata di notte e per salutarla.
Al ritorno un vero suicidio riprendere la metro con alcune fermate che erano state chiuse.
Cena in un fast-food paninaro causa pipì troppo pressante dei due vacanzieri.
E domani si riparte per Sant Paul per vedere la Fondazione Maeght che all'andata era chiusa.!

P.s.
Non riesco a capacitarmi del fatto che Maggy non abbia scelto il linguistico al posto della carriera agraria. Quando legge le lingue straniere mi fa spisciare dal ridere con la sua pronuncia tutta sua che è impossibile da spiegare se non la si ascolta dal vivo.
....Maggy qui dietro mi chiede di aiutarla a compilare un questionario e mi dice: "Au du iù cnov apartotel bonanova?", poi "If iù ev iused sam of ze follouing zings, plis qualifai zem."

sabato 15 maggio 2010

14° giorno: Full immertion di Gaudì
















Le previsioni di sole a tutto spiano ci hanno portato oggi alla scoperta delle opere di Gaudì che finiremo domani a causa del tempo che è stato davvero poco per questo immenso artista.
Prima tappa alla Sagrada Familia (ora Bruno sarai contento!) che rispetto a 10 anni fa quando ci andai io ha fatto enormi passi avanti. Se quando ci andai le previsioni per la conclusione dei lavori non erano migliori di un centinaio di anni, ora si parla di altri 30. Il soffitto è già terminato così come due delle facciate principali. La passione per la natura di Gaudì rivive in ogni sua forma che ha progettato nel crso della sua vita.
La Sagrada Familia, opera commissionatagli da grandi speculatori della città per espiare tutti i peccati della città, è diventata per Gaudì una vera e propria ossessione. Quando i fondi inizali terminarono si ruppe la schiena per trovare più finanziatori possibile. Alla sua morte non c'era altro che la cripta dove ora è sepolto, un pezzo di navata e una guglia.
L'imponenza della struttura che contiene 13.000 persone con un coro sopraelevato che ne può contenere 1.500 è davvero notevole. Le colonne, le facciate, tutto qui è stupefacente per le sue dimensioni e per la forza espressiva che Gaudì aveva che nel decorare la cima delle guglie con vetri colorati di recupero, altra sua grande passione.
Gli anarchici che probabilmente vedevano l'opera come il simbolo del potere conservatore cittadino diedero fuoco al suo studio mi pare all'inizio degli anni '30 e per una ventina d'anni i lavori rimasero fermi fino a quando un allievo di Gaudì non decise di prendere le veci del suo maestro e continuare la sua opera reinvendo i progetti. La facciata della passione e le sue sculture sono sue.
Ora, i musei di questo paese hanno subito un certo incremento dei prezzi. Io capisco che contribuire alla costruzione di questa enorme chiesa sia un bene per l'umanità intera, ma 14 euro mi paiono un pochino troppi per visitare quello che in realtà un cantiere. Dentro infatti si può vedere ben poco, mentre le facciate sono visitabili da vicino solo pagando il biglietto (merita comunque il vasto museo museo sotto la chiesa che documenta la storia della Sagrada Familia).
Seconda lunghissima tappa al Parc Guell con vista su tutta la città e discesa verso le opere che Gaudì eseguì per il Conte Guell. In mezzo al parco tanti anfratti magici di pietra e ceramica.
Pausa nella sua casa-museo che sta proprio al centro del parco e dove si possono vedere molte sue creazioni casalinghe, sedie, divani, specchi e tanti busti che lo ritraggono.
Direzione poi verso altre due case progettate da Gaudì: Casa Vicens e Casa Calvet. Due case-opera che sono abitate e non visitabili, cosa che a me piace davvero poco. Sono opere e come tali dovrebbero essere patrimonio di tutti.
Cena in un risto-fast-food con piatti riempibili a piacimento.

venerdì 14 maggio 2010

13° giorno: La fondazione Mirò e le vie del centro












Sveglia con la pioggia battente, ma già lo sapevamo. Rotta immediata sulla Fondazione Mirò che è al coperto, idea che hanno avuto altri sei milioni di turisti in trasferta catalana. La fila inimmaginabile che è volata in una sola oretta ci ha aperto le porte al museo che è un vero spettacolo, ma di cui non ho nessuna foto perché era proibito. Raccoglie migliaia di opere di Mirò dai suoi primi schizzi di quando aveva appena otto anni fino alle opere degli ultimi anni di vita. Voluta da lui stesso e realizzata dallo stesso architetto della fondazione Maeght si tratta di una struttura che chiamarla un cesso è davvero poco. Se la fondazione era stata progettata con finestre a pozzo (!) per illuminare correttamente tutte le opere, oggi sono state tutte tappate per permettere alla luce artificiale di illuminare e valorizzare correttamente il patrimonio che ci sta dentro. Sculture, tessiture e tantissimi quadri che fanno ripercorrere tutta la vita dell'artista. Mitico il tappetone alto almeno quattro metri che sembra rappresentare un lupo.
Monumentali gli autisti dell'autobus che sfrecciano, è non lo scrivo per enfatizzare la cosa, a pochi centimetri dalle auto parcheggiate lungo le strettissime e tortuose strade che portano sul Monjuic.
Inchiodati alle opere fino alle 15, pranzo al sacco e poi via verso il centro cn un passaggio per vedere il Palau de la Musica Catalana, una struttura meravigliosamente decorata, e poi via verso la chiesa di Santa Maria del Mare (che sembra inseguirci in ogni luogo), altro esempio di architettura gotica con un rosone da fare impallidire le chiese gotiche di Francia. Struttura granitica dalle vetrofanie magnifiche.
Giro nel mercato 'ondulato' di Santa Caterina. Qui ogni mercato merita di essere visitato, questa è una vera metropoli e i suoi mercati sono talmente forniti di ogni genere di cibo da lasciare increduli, vedere le uova verdi di Emu che hanno lo stesso mercato delle palline di cartapesta del Gabon.
Passeggiata poi per i negozi fricchettoni delle strade laterali della Rambla.
Cena che ci ha pelati ma che ci ha lasciati soddisfatti: paella di mare e crema catalana (maggy ha preso la torta di cioccolato) cose che qui hanno tutte un altro sapore.
Passeggiata serale sulla Rambla sempre incasinata di gente e con ragazzine urlanti in una limousine di novanta metri...sulla Rambla. E' come un portare un Suv a Poggio Renatico.

P.s.
Nella prima foto la fermata del Ferrocarrilles dove prendiamo la metro, o meglio il Ferrocarrilles.